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giovedì 10 settembre 2015

Pensieri seriali #SummerEdition

Non è stata solo un'estate di sangue, morti ammazzati, botte, morti ammazzati malissimo, squartamenti e dolore. No, non è stata solo un'estate di Sons of Anarchy.

Da vera alternativa quale sono ho scelto un criterio innovativo nell'indicare le serie che hanno popolato la mia estate: la data di messa in onda.


Nella mia classifica delle migliori serie del 2014 Halt and catch fire si era guadagnato un meritato terzo posto. L'attesa per la seconda stagione era alta e ho pregato in tutte le lingue che non mandassero tutto a ramengo.
Non lo hanno fatto.
Nonostante un inizio poco accattivante e con qualche difetto, nel giro di poche puntate sono stati in grado di risollevarsi e di ritornare in carreggiata, alla grande. Il risultato è che continua ad essere una delle mie serie preferite, grazie anche a due personaggi che mi piacciono tanto, interpretati da Scoot McNairy e Kerry Bishé (e lei si meriterebbe anche qualche riconoscimento in più). Oltre che avere una delle opening che mi intrippano di più.
Adesso bisogna solo incrociare le dita e sperare nel rinnovo (maledetti americani che non lo guardano). 

Voto: 8,5


Se non avete visto UnReal chiudete tutto ed andate a procurarvelo, adesso!
Dopo alcune settimane di martellamento insistente da parte di amica, ho ceduto ed ho iniziato UnReal, complice anche il fatto di dover necessariamente staccare qualche giorno dalla quinta stagione di Sons of Anarchy che mi stava portando all'autodistruzione. 
Che Unreal sia una serie trasharola è palese, d'altronde l'oggetto è incontrastabilmente trash (reality del tipo The Bachelor). Ma si è rivelata una serie capace di far riflettere e di inquietare, con la descrizione dei beceri meccanismi da reality dove il più pulito c'ha la rogna.
Shiri Appleby è BRAVISSIMA. BRAVISSIMA.
Se avete voglia di staccare il cervello e di vedere qualcosa di più leggero (ma non troppo) senza però mai scadere nel nonsense e nell'insulso, UnReal fa al caso vostro.
DISCLAIMER: Il prodotto potrebbe provocare seria dipendenza, utilizzare con cautela. 

Voto: 7,5 


Questa sì, è la serie trash dell'estate, quella che continui a guardare nonostante gli attori cani, la trama che fa acqua da tutte le parti, soluzioni assurde e probabilità di rinnovo vicine allo zero. 
Ma l'ho vista tutta e se la cancellano sono pronta a richiedere un risarcimento per aver perso 13 ore della mia vita.
La storia non è male, aveva del potenziale ed alcune puntate mettono anche la giusta dose di hype. Il grande punto a favore è la presenza dei bambini, alcuni creepy come non mai, che superano di gran lunga in bravura tutto il parco attori adulti.
Posso dire con sicurezza che dovessi trovarmi di fronte bambine come Harper e Minx, cambierei strada terrorizzata. 
A dei bambini bravissimi corrispondono dei genitori cani e fondamentalmente cretini. Barry Sloane si merita il premio come attore più cane, a tratti (molti) imbarazzante. Milo Ventimiglia ha un ruolo limitato e tutto sommato porta a casa il risultato, anche se decisamente discreto. Lily Rabe in alcune puntate ha insediato Sloane per il premio. 
Minx la ritroverete anche nel nuovo film di Muccino. 

Voto: 5+ 


Parto subito col dire che non ho visto l'originale svedese, il mio giudizio è influenzato dalla mancanza di una pietra di paragone importante. 
Humans mi è piaciuto tanto per l'argomento trattato, la delicatezza nel raccontarlo, Gemma Chan splendida nell'interpretare un Synth senza emozioni. Le sue sono le parti più belle di tutta la serie, almeno a pari merito con la straziante storia di William Hurt e del suo synth tutto difettoso. 
Da quanto leggo è una copia carbone dell'originale svedese, ma me la sento di consigliare questa versione, ben realizzata ed in grado di commuovere. 

Voto: 7,5


Come si dice in questi casi? La migliore serie che non state guardando.
Arrivata alla terza stagione Rectify continua sulla sua luminosa strada. Un prodotto ottimo, capace di emozionare ad ogni singola puntata attraverso tutti i personaggi, anche Tawnie sì.
Ne sono completamente innamorata e le puntate finali mi sono piaciute talmente tanto che, crepi l'avarizia, il mio voto è 10.


La nuova comedy FX di cui non si sa ancora nulla sul rinnovo.
Johnny Rock, cantante di una rock band mai decollata, cerca ancora disperatamente di diventare famoso. Quando scopre, dopo 20 anni, di avere una figlia ricca, brava e gnocca, che cerca il supporto del padre e della sua vecchia band, pensa di aver finalmente svoltato.
Qualche risata la strappa, intrattiene senza troppi problemi ma nel finale perde tanto non capendo nemmeno dove voglia andare a parare.
Poteva essere molto di più, si è rivelato un prodotto perdibile. 

Voto: 6,5 


Partiamo dalle basi: per vedere Wet Hot American Summer First day of camp è propedeutico Wet hot american summer - il film. 
Considero una genialata l'aver richiamato l'intero cast del film per interpretare sempre dei 16enni, Per alcuni il passare del tempo è stato impietoso, altri sono rimasti tali e quali (vedi Paul Rudd ed Elizabeth Banks). 
L'altra genialata è stato inserire nel cast Jon Hamm, che nel ruolo dell'eccentrico ci calza sempre a pennello. 
Il problema è la comicità demenziale, il suo marchio di fabbrica, che non sono riuscita a digerire.
Tutto troppo sopra le righe, tutto troppo nonsense, tutto troppo cretino.

Voto: 6

                                    

Miniserie HBO in 6 parti, diretta da Paul Haggis e che vede tra gli sceneggiatori quel David Simon di The Wire, Show me a Hero racconta una storia vera, quella di una città americana, Yonkers.
Ambientato tra il 1987 ed il 1993, narra principalmente la storia di Nick Wasiscko, diventato il più giovane sindaco d'America nel 1987, a soli 28 anni, il quale ha affrontato nel suo mandato il grosso problema della costruzione di case popolari, in quartieri bianchi, destinate ai neri.
Nelle due puntate finali diventa estremamente potente, raccontando un eroe decaduto e la voglia di cambiamento della popolazione nera, speranzosa di poter finalmente scappare dai ghetti, nei quali per anni sono stati segregati, e vivere finalmente in abitazioni degne di questo nome. 
Show me a hero raccontata uno spaccato di storia americana ancora attuale (e d'altronde la questione di Yonkers si è chiusa solo nel 2007), una storia che sulla carta potrebbe risultare noiosa ma che è, invece, potentissima.
Ed ho capito che a Yonkers son tutti di origine italiana.

Voto: 9+ 


All'uscita del trailer non ero così convinta di Narcos, mi ispirava poco e pensavo che lo avrei abbandonato dopo un paio di puntate. 
In definitiva l'ho iniziato perché ad un prodotto Netflix si dà sempre una chance e perché nel cast figura Pedro Pascal (soprannominato dalla sottoscritta "lo strappamutande").
Ed invece è stato amore a prima vista, con una parvenza di binge watching, dai 2 puntate al giorno posso definirle così. 
Il grandissimo pregio di Narcos è l'avere uno stampo documentaristico. Non si è limitato a ricostruire l'ascesa e la caduta di Pablo Escobar, ma intelligentemente ha inserito materiale storico permettendo di approfondire la Storia colombiana. 
Tutto gira perfettamente, dal voice over mai invadente, al cast ben calato nella parte, all'uso massiccio della doppia lingua (ed anche Netflix finalmente ci è arrivata). 
Non sono nella schiera delle persone che loda i prodotti Netflix sempre e comunque, vedi Sense 8 che trovo un prodotto mediocre o Marco Polo che ha degli evidenti difetti, ma Narcos è, fino ad ora, una delle sue migliori serie. 

Voto: 8+

A questa lista manca True Detective - season 2.
E manca per un chiaro motivo: non sono riuscita a superare la terza puntata, la noia ed il sonno hanno preso il sopravvento. Pizzolato ci hai provato, ma ti è uscita una mezza schifezza. 






domenica 30 agosto 2015

Sons of Anarchy - la lunga corsa verso il finale


Ho recuperato Sons of Anarchy. 
Dopo due mesi ed una manciata di giorni, ieri ho visto le ultime due puntate della serie nata dalla penna di quel sadico bastardo di Kurt Sutter. 

La prima cosa che mi viene da dire è che mi spiace non averla recuperata prima e non aver potuto vivere almeno un paio di stagioni in contemporanea. Il binge watching non mi si addice e mi toglie molte delle emozioni che vivrei con una visione cadenzata settimanalmente e nel corso degli anni. 
Recuperare 92 episodi in poco significa non avere il giusto tempo di affezionarsi ai personaggi, non soffrire per la loro sorte appesa ad un filo perché il prossimo episodio è lì che ti aspetta e lo vedi subito. 
E' una serie che avrebbe potuto farmi piangere parecchio perché il materiale c'era tutto, ma nonostante mi abbia emozionato in più punti nelle varie stagioni, la pelle d'oca ed i lacrimoni mi sono venuti solo in tre occasioni. 

Sons of Anarchy ha 3 grandissimi pregi: 
- il cast
- la colonna sonora 
- una conclusione perfetta. 

Sul finale non ho nulla da dire e mi inchino al genio malato di Sutter (per chi non lo avesse ancora visto, fermatevi qui perché vi spoilero il finale).
Doveva andare così, con una fine che potrebbe apparire molto amara ma che invece è un atto di amore e di libertà. 

Jax salva il suo club dal macigno di uccidere il suo Presidente, salva i suoi bambini da Charming, dai sons, ma principalmente da lui stesso. Riesce finalmente nello scopo che il padre aveva provato a raggiungere, senza successo: evitare che i figli possano diventare dei criminali assassini. 
Non considero quello di Jax un suicidio (di certo lo è nel senso stretto del termine), ma l'ennesima morte provocata da una madre degenere. 
Gemma Teller nella penultima puntata si autoincensa dicendo di non essere stata una buona figlia e moglie ma di essere stata un'ottima madre. Ah Gemma, pazza visionaria, sei stata il cancro della tua famiglia e del club, matriarca possessiva all'inverosimile, hai portato alla distruzione l'unico figlio che ti era rimasto. 
Gemma è uno dei personaggi più controversi. Fino alla terza stagione mi è piaciuta tanto, anche nei suoi estremismi e violenze, a partire dalla quarta stagione è pian piano salito l'odio verso una donna che stava portando alla distruzione l'intero SAMCRO. 

C'è da dire che l'odio che ho provato verso Clay Morrow, però, è insuperabile. Peccato per i colpi finali. Ho avuto l'impressione che la sua storia sia stata tirata inutilmente per le lunghe. 
Per carità, avere Ron Perlman in giro per un'altra stagione non poteva che essere positivo, ma avrei preferito una conclusione più celere. In definitiva, la sua morte è arrivata in un momento in cui di lui ormai mi fregava poco e nulla. 

Chi ho amato dalla prima all'ultima puntata, senza mai ripensamenti, è Tara. 
Una donna forte, sicura di sé, capace di non farsi intimidire né dal marito, che comunque ha sempre amato, anche nei momenti peggiori, né da quella sciagurata di suocera che ha tentato di mettere i bastoni tra le ruote in tutti i modi. 
Sapeva perfettamente che avrebbe fatto una brutta fine, ma doveva tentare, doveva cercare di salvare i suoi figli da un mondo marcio e malato. 
Alla fine ci è riuscita.

Io starei qui a parlare per ore, 7 stagioni sono un'infinità e di personaggi ce ne sono stati a milioni (così come le morti), potrei parlare di Tig, il mio preferito dei SAMCRO per cui sono stata in pena quelle 4 stagioni ed invece, per una volta, avevo puntato sul cavallo vincente, è arrivato VIVO E VEGETO ALLA FINE. 
Potrei parlare di quante volte abbia dovuto chiudere gli occhi e ho giurato che non mi lamenterò mai più di Ciccio Martin perché Game of Thrones in confronto è una passeggiata di salute. 
Potrei dilungarmi su un personaggio che mi ha colpito tanto e che trovo sia stata un'ottima aggiunta: Nero Padilla è uno dei pochissimi personaggi che cercano di mantenersi sempre positivi, ha cercato di salvare madre e figlio, non sapendo che il loro destino era segnato e non si poteva fare nulla. 

Concentrandomi sugli attori devo dire che in tutti questi anni ho sempre letto elogi sperticati su Katey Sagal, attrice straordinaria, nulla da dire, ma i due che mi hanno convinto più di tutti sono stati Ron Perlman e Charlie Hunnam. 
Hunnam è cresciuto con il suo personaggio, è maturato come attore e nelle ultime 3 stagioni mi ha stupito tantissimo. E' passato dall'essere un attore discreto ad un attore coi controcazzi, capace di impersonare un uomo lacerato dal dolore, diviso tra la sua famiglia ed i SAMCRO, un assassino spietato dolce con i figli. 

Terza e quarta stagione sono le mie preferite. 
Ho trovato la settima, invece, troppo lunga e confusionaria. Si sarebbe potuto sforbiciare qua e là senza troppi problemi. 

Sons of Anarchy è un'ottima serie non priva, però, di difetti, qualcuno anche di troppo. 
Per citarne uno, la scena finale: inseguimento troppo lungo e surreale, ma fin qui si chiude un occhio senza problemi, che avrebbe potuto concludersi in modo perfetto con il sorriso di Jax ed è invece stato macchiato dalla scena dell'impatto di qualità scadentissima e dall'ultima inquadratura dei corvi. 
Benché apprezzi la simbologia del pane, del vino, del sangue e la chiusura sui corvi riprendendo l'inizio della serie, la realizzazione è mediocre. Un vero peccato, perché sporca gli ultimi minuti finali che avrebbero meritato un 10 per tutto quello che rappresentano. 
O ancora l'inserimento del nuovo sceriffo, messo lì solo per la storiella con Chibs. 

Concludo ricordando la Stahl, uno di quei personaggi che in teoria avrei dovuto odiare perché minaccia concreta per i nostri, ma che ho adorato per il suo essere così borderline. Una stronza vera. 

VOTO ALLA COLONNA SONORA: 10, una delle migliori del panorama televisivo. 
PREMIO SPECIALE A KURT SUTTER per essersi dimostrato l'autore più sadico incontrato fino ad ora. 
VOTO AL CULO DI JAX TELLER: 10 (moltiplicato x10) 
VOTO ALLA SERIE: 9 - 







giovedì 16 luglio 2015

FRemmy awards 2015

Oggi sono state rese note le nomination di quella gran vaccata che sono gli Emmy Awards, noti anche come "vediamo 4 serie in croce e non rompete il cazzo".
Già da questa prima frase avrete capito che nel giro di poche ore ho già finito gli insulti nei confronti di questi tipi fuori dal mondo, roba che nemmeno il culo di Jax Teller in questo momento potrebbe sollevarmi il morale.
No, ok, il culo di Jax Teller è la medicina a tutti i mali del mondo. 

Comunque, dato che sono degli inetti, incapaci, ignoranti (le nomination non ve le linko nemmeno perché hanno delle mancanze VERGOGNOSE, tutto maiuscolo sì, VERGOGNOSE), ho deciso di istituire i FREMMYS, premio conferito da me medesima alle serie migliori dell'anno (tra quelle che ho visto, che chiaramente son di più di quelle viste dai tizi degli emmy). 

MIGLIOR SERIE DRAMA: 
  • The Americans
  • Mad Men
  • The Affair
  • Better call Saul
  • Halt and Catch Fire
  • House of Cards
  • Game of Thrones 
Sono sincera, la miglior serie dell'anno è The Americans. Non ho alcun dubbio.
Ma Mad Men è alla sua ultima stagione, ha avuto un finale perfetto e non posso non darle la vittoria.
Cari russi, sono sicura che non mi deluderete nemmeno il prossimo anno. 

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UN DRAMA: 

  • Keri Russell (The Americans)
  • Ruth Wilson (The Affair)
  • Taraji P. Henson  (Empire) 
  • Robin Wright (House of Cards) 
  • Elizabeth Moss (Mad Men)
  • Julianna Margulies (The Good Wife)
Una Elizabeth incredula, qualcuno la considera!
Keri Russell domina.
Nella terza stagione abbiamo avuto modo di vedere più lati del suo carattere, finalmente avere un qualche tipo di contatto con la figlia (povera, si è cresciuta da sola, praticamente), senza mai perdere di vista la madre patria ed il suo obiettivo principale.
Il finale, con le parole di Reagan in sottofondo, è stato di forte impatto e in una sola scena ha descritto perfettamente un personaggio così complesso.

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UN DRAMA:
  • Matthew Rhys (The Americans)
  • Bob Odenkirk  (Better call Saul)
  • Aiden Young  (Rectify)
  • Jon Hamm   (Mad Men)
  • Kevin Spacey  (House of Cards)
  • Justin Theroux (The Leftovers) 
Un premio?!?! A me?!?!?!
L'unico premio in cui Jon Hamm vince effettivamente qualcosa. Il Leonardo di Caprio delle serie tv, lo strappamutande di cui i giurati hanno tanta paura. 
Li avrei fatti vincere tutti (Rhys, tu sei il mio secondo preferito in assoluto, solo grandi cuori per te), ma Jon Hamm è dio. 

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UN DRAMA:

  • Christine Baranski (The Good Wife)
  • January Jones  (Mad Men)
  • Kerry Bishé (Halt and catch fire)
  • Carrie Coon (The Leftovers)
  • Lena Headey (Game of Thrones)
  • Olivia Williams (Manhattan)
Carrie Coon ha appena capito che qualcuno sa che esiste e non trattiene le lacrime.

Dico solo che reputo Carrie Coon una delle attrici più brave dell'intero panorama televisivo e cinematografico e si merita tutti i premi del mondo (per ora ti tocca solo il mio).

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UN DRAMA:
  • Ben Mendelsohn (Bloodline)
  • Jonathan Banks (Better call saul)
  • John Slattery (Mad Men)
  • Joshua Jackson (The Affair)
  • Stannis the Mannis (ci siamo capiti)
  • Matt Czuchry (The Good Wife) 

Vittoria facile facile.
Ma la nomination a Matt Czuchry era un obbligo, in questa stagione ha finalmente avuto più spazio ed ha dimostrato quello che sapevamo già: è bravo.

Per altre categorie drama, per evitare di stare qui fino a domani, posso dire che lei (Linda Lavin - The Good Wife), si merita il premio come guest actress. 

Passiamo alle comedy

MIGLIOR SERIE COMEDY:
  • Transparent
  • You're the worst
  • Grace & Frankie
  • Unbreakable Kimmy Schmidt
  • The last man on earth
  • Jane the Virgin
Mi rendo conto che qui ci siano delle grandi mancanze. Con Parks and Recreation e Veep ho dei limiti fisici (mi viene il mal di mare, non mi pare il caso di avere la nausea per tutta la durata della puntata), Louie è in lista, prima o poi verrà recuperato. 
E la vittoria va al dramedy che mi ha conquistato

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA COMEDY:

Non credo di avere abbastanza nomi. Già è un miracolo che abbia visto tutte queste comedy nell'ultimo anno, dichiaro direttamente il vincitore: 
Caitlin Jenner fatti più in là.
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA COMEDY: 

Come arrivare a 70 anni ed avere uno spirito più giovane di qualsiasi 20enne.
Non posso scegliere una delle due,sarebbe un delitto. O in coppia o nulla. 

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA COMEDY: 

Gaby Hoffman (Transparent) 
Ali sta già festeggiando  
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA COMEDY:


Clamoroso ex aequo! Anche qui, non sono in grado di scegliere tra l'adorabile e fuori come un melone Tituss Burgess (Unbreakable Kimmy Schimdt) e il re indiscusso delle telenovele, Rogelio de la Vega (Jaime Camil, Jane the Virgin). 

Ci sarebbero un altro miliardo e mezzo di categorie ma fa caldo ed il pc mi sta facendo fare la sauna.
Dico solo: guardatevi The Jinx. 

lunedì 6 luglio 2015

Pensieri seriali #4

E quindi è finita la seconda stagione di Penny Dreadful e sono ancora dubbiosa sul cosa pensarne. 
E' un buon prodotto, con una buona storia e con alcuni attori superbi (leggi alla voce Eva Green e Rory Kinnear), ma nonostante riconosca degli evidenti pregi continua a non convincermi del tutto. 
Penny Dreadful non mi ha ancora conquistata, nonostante siano ormai andate in onda 18 puntate. 
Questa seconda stagione mi è piaciuta meno della prima, mi ha annoiato in alcune puntate, e mi ha impoverito quello che era stato uno dei miei personaggi preferiti nella prima stagione: Victor. 
Tutta colpa di Billie Piper, Re Mida al contrario. 
Appena si relaziona con qualcuno, quel personaggio cala drasticamente e perde di qualità. Era successo con l'Ethan Chandler di Josh Hartnett, che nella prima stagione non aveva trovato una valida collocazione ed è invece risorto nel momento in cui si è liberato della palla al piede/Brona. E' successo in questa seconda stagione con Victor. Un'attrice che considero alquanto mediocre, che ha dimostrato di essere capace solo in un'occasione. Peccato che poi sia ripiombata nella mediocrità.
Ma Penny Dreadful ha anche un altro grande difetto, Dorian Gray. Inconsistente, inutile, scritto male e recitato peggio. Un peccato l'aver inserito un personaggio di quel calibro e poi averlo ridotto così. 

Voto alla seconda stagione: 7

Ho dato un chance a Sense 8 che da qui in poi sarà chiamato amichevolmente Non Sense 8. 
Il pilot dicono duri 1 ora e qualcosa ma mentono, dura 4 ore e mezza. Ma ho resistito e sono andata avanti su consiglio di chi mi diceva "vedrai che migliora". A metà quarta puntata volevo abbandonare, poi un finale che è anche l'unica cosa realmente meritevole che ho visto, mi ha fatto andare avanti per altre due puntate. 
Alla sesta ho staccato la spina. 
Io e i Wachowski chiaramente non andiamo d'accordo (d'altronde considero Cloud Atlas una cagata assurda nonché 3 ore della mia vita buttate nel cesso) e in questa serie i problemi sono tanti. 
Che le idee ci siano e siano anche buone non lo metto in dubbio, ma manca completamente, a mio parere, una valida costruzione della storia. 
E' come se avessero pensato ad una serie di idee geniali e poi le abbiano buttate tutte nel calderone non preoccupandosi minimamente di dar loro una forma. 
"E' figo questo!" 
"Sì!! Come lo colleghiamo al resto?"
"C'è bisogno di collegare?!?!" 

Aggiungiamoci che nessuno degli attori mi è parso chissà cosa, che quasi tutti i personaggi mi stavano sulle balle e che in alcuni punti raggiunge alti picchi di trash ed abbiamo un bel

Voto parziale (che tale rimarrà): N.C. 

E per finire due parole sulla sesta stagione di Community. 
Non pensavo si potesse far peggio della quinta. Ci son riusciti. 
In più di un'occasione mi sono vergognata per gli attori, la cosa più brutta che uno spettatore possa mai pensare. 
Ho anche saltato alcuni episodi perché era veramente uno strazio continuare a seguirli e assistere alla distruzione di una delle comedy più belle degli ultimi anni. Hanno saputo risollevarsi con un bel finale ma la mia fiducia in Dan Harmon è talmente bassa che spero vivamente si chiuda tutto qui e l'idea del film venga accantonata.
Adesso però devo solo far finta che tutto il resto della stagione non esista. 

Voto alla stagione: 5 
Voto al finale: 8


venerdì 24 aprile 2015

1992 - Ci piace il trash

Partiamo subito con la lista di quello che mi piace della nuova serie targata Sky, 1992, #daunideadiStefanoAccorsi: 
  1. La sigla, figa quanto basta
  2. Il tema trattato 

Raccontare il 1992 e Mani Pulite è stata una grossa scommessa, è un argomento ed una parentesi della nostra Storia di dimensioni epocali. L'idea mi è piaciuta sin da subito, un periodo buio ma affascinante, sotto alcuni punti di vista, una bella occasione per capire meglio gli eventi di quegli anni (per chi è troppo giovane o poco informato).
Occasione completamente sprecata.

E quindi
  1. La sigla 
  2. Il tema trattato, peccato sia stato raccontato coi piedi. 
Ci sono talmente tante cose che non vanno in 1992 che non so nemmeno da dove iniziare.
Non è vero, lo so da dove iniziare, dall'attrice che ha ridefinito il concetto di "incapace a recitare": Tea Falco

Siciliana che tenta di fare la milanese, la recitazione della Falco si distingue per il biascicamento e per la capacità di non far capire nulla di quello che dice. Il suo personaggio dovrebbe essere una fattona, scazzata, figlia viziata. 
Qualcuno ha detto che è riuscita ad immedesimarsi perfettamente nel ruolo, io dico che se fai l'attore e non ti si capisce quando parli sorge un serio problema.
Ma c'è da dire che in questa serie sembra che tutti gli attori, prima di iniziare a girare, abbiano preso una forte dose di tranquillanti.
Stefano Accorsi ha dato il suo meglio nella pubblicità del Maxibon, siamo tutti d'accordo, vero? Sono alla quarta puntata e si è già fatto anche le sedie. Pensare che il suo personaggio sia ispirato a Don Draper mi fa venire i brividi.
Jon Hamm e Stefano Accorsi. UGUALI.
Miriam Leone non è un'attrice, quello che riesce a portare a casa, di conseguenza, è tutto oro colato. Sarà il personaggio, starlette in disperata ricerca di uno show di punta, ma riesce a non essere malaccio.
Tranne alcune eccezioni, tutti gli altri (come la maggioranza degli attori italiani) recita con quella voce impostata finta come una banconota da 3 euro, fastidiosissima. 
Non si capisce per nulla che stai recitando, no no. 

Tra le eccezioni cito Guido Caprino, anche lui siciliano che, però, a differenza della sua conterranea risulta abbastanza credibile nel ruolo del milanese. Il suo è un personaggio leghista, antipatico e casinista, ma è l'unico che mi sento di promuovere.
Mani Pulite rimane sullo sfondo, tra una scena di sesso ed un'altra, senza mai andare entrare nel vivo dell'indagine e toccando i fatti storici, come la strage di Capaci, solo superficialmente.
Poteva essere una bomba. E' solo trash. 

Il voto, per ora, è 5 +

sabato 11 aprile 2015

Il ritorno del lunedì perfetto

Il mio amore sconfinato per The Good Wife è ormai cosa nota e più volte ho scritto che i lunedì tornano ad avere un senso solo quando c'è da recuperare una puntata della brava moglie. 
Nonostante questa sesta stagione abbia avuto qualche incertezza (e dopo una stagione perfetta come la quinta era tutto sommato impossibile bissare), il livello rimane uno tra i più alti del panorama televisivo. 
E la 6x18 ne è la conferma: ancora una volta i King si dimostrano essere sempre sul pezzo ed anzi, anticipano la realtà.
Trovate il caso di puntata e la questione religiosa dell'Indiana qui
Riuscire a trattare il tema dell'omosessualità e della libertà religiosa con tale tatto ed intelligenza è cosa rara. Non si demolisce la religione, come sarebbe stato semplice fare per far risaltare le ragioni degli omosessuali, ma si affronta l'argomento rispettando le due diverse posizioni. 
Contrapposizione che si riflette tra la liberale Diane ed il repubblicano cliente, senza mai drammi ed urla, ma tutto improntato alla serenità e pacatezza nell'esposizione delle proprie posizioni ed all'uso superbo della dialettica. 
Diane regina dell'universo. 

Ma lunedì prossimo si verificherà la congiuntura astrale per il quale, per l'ultimo anno, avremo non solo la brava moglie, ma anche Mad Men e Game of Thrones. 
Ho avuto più di un anno per abituarmi all'idea che Mad Men sta per finire, nonostante questo, io non mi sento ancora pronta. 
L'amore che ho provato verso questa serie è quasi unico (quasi solo perché viene condiviso sempre con la brava moglie di cui sopra); alla domanda "quale pensi sia la serie perfetta?" la risposta è sempre una: Mad Men. 
Il ritorno non è stato scoppiettante, nonostante sia stato comunque molto buono, probabilmente dipeso dal fatto che la puntata era realmente la continuazione della puntata precedente, senza che vi sia stato un reale stacco per la midseason premiere. Ma nuovi scenari si sono aperti per i nostri, molti agrodolci. Una cosa è certa Roger con quei baffi non si può vedere. 
E nei primi minuti ho avuto dei seri problemi: Don Draper/Jon Hamm sa sempre come parlare ad una donna, in ogni situazione (intanto l'ormone faceva la ola). 

E poi c'è Game of Thrones aka la dipendenza assoluta.
Il fatto che questa quinta stagione divergerà ancora di più dai libri rispetto alle precedenti mi esalta. Sono tutto tranne che una lettrice fondamentalista, ho apprezzato molti dei cambiamenti operati da D&D e, per quanto riconosca a Martin ingegno e bravura, trovo che i libri non siano poi un capolavoro assoluto. 
Avendo sempre a mente che serie e libri sono due mezzi differenti, nulla ho da recriminare nei confronti degli sceneggiatori che, anzi, ammiro anche di più proprio per aver avuto il coraggio di sforbiciare sapendo che ci sarebbero state orde di lettori inferociti. 
La storyline che aspetto con più ansia è quella di Sansa. E' bello essere neofita sotto questo punto di vista. 
Non sapendo cosa aspettarsi perché si sono ormai superati i libri, provo le stesse sensazioni della prima stagione, quando ero ancora completamente estranea al mondo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. 
E poi c'è il fanta. 

L'ultimo anno. Il lunedì perfetto finisce con il 2015. 



domenica 15 marzo 2015

Pensieri seriali #3

La seconda stagione di House of Cards non mi ha convinto al 100%. 
Per quanto sia una serie di indubbia qualità, dove Kevin Spacey e Robin Wright giganteggiano e sono in grado di far impallidire la stragrande maggioranza degli attori passati, presenti e futuri, la seconda stagione l'ho trovata un po' sottotono ed a tratti sul noioso andante. 
Ora sono alla sesta puntata della terza stagione e, per quanto non me la senta ancora di sbilanciarmi, posso dire che ci sono almeno un paio di episodi che rientrano nelle più belle puntate della serie. 
Il merito va anche a Lars Mikkelsen nei panni di Viktor Petrov (o Putin, a vostra scelta), in grado di impersonare un presidente russo gelido e viscido (inizio a sospettare che ci vada a nozze con questi tipi di personaggi, anche in Sherlock era perfetto nel ruolo). 
Claire è sempre più LO squalo, lasciando di parecchio indietro il caro marito; è in grado di fare il bello ed il cattivo tempo e di ottenere sempre quello che vuole, a qualsiasi costo. 
La 3x03 e la 3x06 mi hanno colpito tanto, ma mai come il finale della 3x04. 
Mi chiedo: c'è mai stata una scena così forte e sacrilega in una serie? Di certo non si può dire che non puntino sull'effetto shock. 


Da House of Cards ad Empire. 
Siamo tutti d'accordo sul fatto che sia una telenovela, giusto? Però quanto è figa? E quanto è brava Taraji P. Henson? Sì, ok, bravi anche tutti gli altri (Naomi Campbell, tu NO), ma Cookie Lyon sfigheggia in lungo e in largo e domina incontrastata. CHE DONNA!
Ammetto che la serie mi ha creato forte dipendenza, l'ho recuperata nel giro di un paio di settimane e già penso a come farò da settimana prossima senza i miei tamarri preferiti. 
E senza le canzoni con i testi più profondi in circolazione (ragazze, non vi preoccupate, Lucious è pronto a prendervi per mano anche senza manicure). 
Mi consolerò guardando in loop questo: 


Da una droga ad un'altra, questa ancora peggiore perché lo è diventata dopo solo 3 puntate. 
Della brutta gente su twitter mi ha incuriosito con mezzucci scorretti: mi è stato detto che Jon Hamm, Kiernan Shipka (che venero, l'adolescente meglio vestita dell'universo) e Dean Norris compaiono come guest star.
E mi ci sono fiondata immediatamente.
Unbreakable Kimmy Schimdt mette di buon umore, anche solo guardando il sorriso a 32 denti della protagonista.
Ha una storia fuori dalle righe, una sigla tormentone, e si ride! E una comedy e si ride! (che detta così sembra scontato ma no, il mondo è piene di comedy che invece di far ridere fanno piangere dalla bruttezza).
E c'è lo zampino di Tina Fey. E c'è Jane Krakowski.
Siete ancora qui? Su, a scaricare! 


martedì 3 marzo 2015

Pensieri seriali #2



Credo di amare Phil Jennings e Matthew Rhys tanto quanto Don Draper e Jon Hamm. 
Ed il mio metro di giudizio per esprimere l'amore verso un personaggio va da 1 a Don Draper. 

Non che sia un amore saltato fuori dal nulla; Phil è sempre stato il più "sentimentale" tra i due. Se Elizabeth è fredda e totalmente dedita alla causa, e solo in rarissimi momenti tentenna, il marito è più riflessivo, più umano e tremendamente combattuto. I finali della 3x04 e della 3x05 il punto di svolta e l'amore definitivo. 
La quarta puntata ha avuto una colonna sonora da urlo con gli Yazoo, gli ultimi minuti con "Only You" entrano di diritto nelle scene preferite insieme a quella della 2x03 con Here comes the flood. 
Il finale della quinta è stato un pugno nello stomaco, con dialogo tra Phil ed Elizabeth capace di stritolare anche il cuore  dei più freddi. E il personaggio della giovane Kimberley sta tirando fuori il meglio della spia Jennings (almeno fino ad ora, non vorrei poi finisse nel sangue). 
Sono bravissimi, l'ho già detto, ma non è mai abbastanza. 

Paige si conferma la solita rompiballe, una Grace Florrick col cervello (perché già il parallelo sulla religione veniva facile, ora con la storia del battesimo la comparazione è naturale). Almeno Paige sembra figlia dei suoi genitori, Grace è talmente Disgrace che continuo a chiedermi come da due genitori come Alicia e Peter sia potuta venir fuori una figlia del genere. 



E' finito Wolf Hall. 
E se non lo avete visto vi siete persi un Mark Rylance, nei panni di Thomas Cromwell, sbalorditivo.
La miniserie si concentra negli anni dell'ascesa e caduta in disgrazia di Anna Bolena, qui rappresentata in tutta la sua antipatia. Se la versione di Natalie Dormer nei Tudors era più a sfondo sessuale (ok, parecchio, ma ehi, con due attori del genere erano più che giustificati), qui la cara Anne si vorrebbe prendere a sberle una puntata sì e l'altra pure.
Sei puntate che mettono in risalto una figura ancora poco raccontata e che qui ne esce assolutamente a testa alta.

Spiccano su tutti i minuti finali, costruiti con l'obiettivo di rendere ancora più tragico un evento sanguinoso e che mirano a far risaltare i drammi interiori e la sofferenza di Cromwell. 
E' stato da molti definito noioso, sicuramente non è una serie facile ma merita tanto. E c'è Damien Lewis che si dispera perché non riesce ad avere un figlio maschio! Se solo Enrico VIII avesse saputo che la sua Elizabeth sarebbe diventata la più grande sovrana d'Inghilterra! 


Da ormai un mese è finito anche Last tango in Halifax, serie BBC arrivata alla terza stagione. Continua ad essere una serie spensierata, con drammi non troppo seri (ok, alcuni sono seri ma hanno fatto fuori gente che non reggevo, quindi l'ho presa come una liberazione) e con una storia d'amore alternativa, forse non troppo alternativa per chi è abituato a C'è posta per te: due vecchietti che si sono amati durante l'adolescenza, si ritrovano.
La vedete quella a destra? Ecco, lei riesce a far impallidire anche Brooke Logan. SI FA TUTTI. In tutte le situazioni. Dai 18 ai 60 anni. Anche quando sta per sposarsi. TUTTI. 
E gli attori sono tutti molto molto bravi (d'altronde ci sono Derek Jacobi e Sarah Lancashire).
Rinnovata già per una quarta stagione, avremo modo di vedere Gillian, sempre quella a destra, continuare ad essere la Brooke Logan di turno.
Se cercate qualcosa da vedere di non troppo serioso, questo è quello che fa per voi! 

Novità: ho iniziato Empire e sono stata completamente travolta dai truzzi, la sensazione generale è quella di prendere a schiaffi i 3/4 dei personaggi. E spero che Cookie mi accontenti ed inizi a prendere a randellate gente random. 

mercoledì 25 febbraio 2015

Trovare il coraggio di chiudere una serie

Un finale di stagione ed un altro di cui ancora non si sa se sia di stagione o di serie: Broadchurch e Sleepy Hollow. 



Una sola parola per definire la seconda stagione di Broadchurch: un troiaio.
Perché continuare quando non si hanno le idee?
Perché allungare inutilmente il brodo con soluzioni irrealistiche e molte volte in pieno WTF?
Perché rinnovare per una terza stagione quando già la seconda ha abbassato notevolmente il livello?

La stagione era partita bene e le prime puntate mi avevano fatto pensare che si stava viaggiando qualitativamente al pari della prima stagione. Fotografia superba, storia intrigante, attori eccelsi (Olivia Colman su tutti, ma eccellenti anche Andrew Buchan e Jodie Whittaker). 
Più si è andati avanti, più sono aumentate le perplessità. Il voler puntare troppo sul sensazionalismo, sul colpo di scena anche se tirato per i capelli, sulle storie d'amore più improbabili. Arrivati ad un certo punto anche la fotografia ha iniziato ad abusare di alcune soluzioni, come gli specchi ed i riflessi. Più di una volta, durante il processo, ho pensato che non ci sarebbe stato male uno spezzone di Quinto Grado. Ma anche la D'urso, tanto le luci alla Paola Ferrari le avevano già. 
La settima puntata è stata tutto sommato inutile, con il cliffhanger finale di cui si poteva fare a meno e che è stato una grossa caduta di stile, il finale non soddisfacente e scontato. 

PRIMA STAGIONE: VOTO 10
SECONDA STAGIONE: VOTO 7 e mezzo



Altra serie, altro finale. 
Sleepy Hollow è un guilty pleasure, ovvio che non si possa nemmeno mettere a paragone con Broadchurch perché sarebbe come far gareggiare un cavallo ed un bradipo.
Però intrattiene e diverte. Questa seconda stagione ha avuto un grande difetto: troppe puntate. 13, come lo scorso anno, sarebbero state perfette; 18 sono state eccessive e alcune puntate erano effettivamente inutili.
Nonostante i problemi dalla morte di Moloch in poi, è riuscita in parte a salvare la faccia con le due puntate finali. Il viaggio nel tempo mi è piaciuto, gli ultimi minuti soddisfacenti ed in grado di chiudere le storie aperte, Katrina e Henry andati e, nonostante abbiano dato tantissimo alla serie, è un sollievo. 
Un po' mi spiacerebbe non rivedere più Ichabod Crane, che diciamolo, è sicuramente uno dei personaggi meglio riusciti degli ultimi anni, però ho paura che un eventuale rinnovo possa far cadere ancora di più la qualità della serie. E allora meglio salutarci qui, conservando un bel ricordo. 

VOTO COMPLESSIVO: 7-

domenica 1 febbraio 2015

Pensieri seriali #1

E' ricominciato How to get away with murder.
Ma io l'ho mollato alla nona puntata, quando ormai era più il nervoso che mi faceva venire che le risate che mi provocava per evidenti momenti LOL.
E la sento già la vostra domanda: ma perché ne stai parlando? Perché ho visto il titolo della 1x10 ,"Hello Raskolnikov", e mi ha fatto venire in mente il mio professore di Diritto Penale. 

Già nelle prime puntate mi era saltato in testa il paragone e il risultato era scontato: cara Annalisa, fatti più in là, pensi di essere figa ma c'è qualcuno che ti supera alla grande. 
Tutto questo perché  il mio prof era molto più figo (non nel senso estetico del termine, anche se era giovane e con un certo fascino), ma perché era appassionato, profondamente acculturato e con un approccio alla lezione moderno. Credo di averlo amato definitivamente (l'aver organizzato i cineforum era già un ottimo punto di partenza) nel momento in cui, per fare un esempio, aveva nominato Raskolnikov.
Amore giusto un po' affievolito nel momento in cui sono andata a studiare il suo libro e gli smadonnamenti erano all'ordine del giorno. 

Mercoledì, finalmente, sono tornati i Jennings.
Quello che ho sempre adorato di questa serie è il raccontare la storia sotto diverse sfaccettature e la prima puntata della terza stagione me lo conferma ancora una volta.
Si parte dalla Storia, dalla morte di Breznev e dalle difficoltà della Russia in Afghanistan, per passare allo spionaggio puro che ogni santissima volta mi fa venire l'ansia, per arrivare al lavoro più duro: l'essere i genitori di due adolescenti, di cui una sul cretino andante.
E mi piace l'uso massiccio del russo (guarda e impara Marco Polo).
Matthew Rhys e Keri Russell si confermano straordinari (poi quando verranno considerati per qualche premio sarà sempre troppo tardi) e sì, ok, è una delle mie serie preferite. 

Intanto io non ho più parole per descrivere la bellezza della fotografia di Broadchurch (e la bravura della Colman: Anna Gunn, guarda e impara #2). Devo limitarmi durante la visione perché stare lì a fare stamp di ogni singolo fotogramma.
Menzione speciale per la casa in cui vive Claire, l'esterno è da TOPWOWCIAO.
Angolo period drama: dopo anni e anni a prendere la muffa in una cartella sul pc, finalmente ho recuperato Jane Eyre, miniserie  BBC in 4 puntate, con Ruth Wilson e Toby Stephens che fino ad ora avevo ignorato proprio per la presenza della Wilson che, a pelle, non mi sembrava adatta per il ruolo. 
A volte sbaglio anche io (chi l'avrebbe mai detto), la sua Jane mi è piaciuta molto così come il Rochester di Stephens.
Nel complesso la miniserie non mi ha fatto impazzire, buon prodotto ma la BBC sa fare decisamente di meglio (a partire dall'opening deludente). Tra l'altro, avendo raccontato la storia in 4 puntate, mi aspettavo che non eliminassero la scena del taglio dei capelli che ho sempre ritenuto fondamentale nel romanzo.
L'adattamento di Zeffirelli continua a rimanere il mio preferito. 
Da segnalare la presenza di Andrew Buchan (Broadchurch, The Honourable Woman) e Annabel Scholey che non è stata fortunata quanto i suoi colleghi perché è finita a fare Walking on Sunshine. 

Concludo con Galavant: vi prego date un'altra serie a Joshua Sasse che qui si entra in crisi d'astinenza! 

giovedì 22 gennaio 2015

British do it better


In un mondo dove gli Americani continuano a sfornare decine di comedy insulse, gli Inglesi si confermano ancora una volta 3 spanne sopra (il blog si chiama un'inglese mancata mica per nulla) e sono in grado di produrre comedy brillanti e non scontate.
Piccola parentesi: sto pensando a tutte quelle serie che ho iniziato e mollato dopo una manciata di episodi, un'ecatombe! The Big Bang Theory, Modern Family per le più famose, Selfie, A to Z, The McCarthys, Garfunkel & Oates, Bad Judge per le più recenti, New Girl quella che è durata un po' di più, ma abbandonata ugualmente. Fine parentesi.

Le comedy inglesi partono già avvantaggiate: numero di puntate ridotto = meno rischio di svaccare ed annoiare. Ventidue episodi sono già un'esagerazione per i drama (tranne The Good Wife, ovviamente, i King, ora come ora, sono gli unici in grado di reggere tanti episodi senza mai perdere in qualità), per le comedy diventa una missione impossibile. Inesorabilmente arrivano le puntate sottotono e che non strappano nemmeno mezza risata.

Non sono qui per parlare delle serie più conosciute, già in tanti le guardano e non direi nulla di nuovo, voglio invece soffermarmi sue 3 comedy che, da quanto ho potuto notare, seguiamo in quattro gatti e che meritano tanto. E fanno ridere (frase che potrebbe sembrare in apparenza stupida ma, visto l'alto numero di comedy che non fanno ridere nemmeno quando si impegnano fortissimo, non è poi così scontata).

UP THE WOMEN 


Jessica Hynes è un volto noto per chi segue Doctor Who. Il suo personaggio e la sua storia nella terza stagione hanno strappato più di qualche lacrima. Scoprire che la sitcom Up the Women non la vede solo protagonista, ma anche al timone in quanto ideatrice e sceneggiatrice, mi ha sorpreso non poco.
Che avranno mai da dire di così divertente un gruppo di aspiranti suffragette del 1910? I tre episodi che compongono la prima serie (è cominciata giusto ieri la seconda) offrono più di qualche scena esilarante e le risate non mancano. Sono tutte così strampalate che risultano immediatamente simpatiche.
Non ho mai trovato qualcuno che lo seguisse e non sono mai riuscita nell'intento di farlo iniziare a qualche povero malcapitato. E dire che son solo 3 puntate da mezz'ora e ci vorrebbe pochissimo per recuperarlo!
Miei prodi, sparuti, lettori, che qualcuno si sacrifichi per la causa e mi tenga contenta, anche solo per dire "ma che minchia consigli?" 

SCROTAL RECALL


Il nome è già tutto un programma. Scoperta per caso sulla homepage di Subsfactory, alla vista di Antonia Thomas non ci ho pensato due volte e l'ho iniziata. Che gran gnocca Antonia!
Caro Babbo Natale, ti scrivo con largo anticipo perché la richiesta è di difficile realizzazione, organizzati e vedi che puoi fare: mi fai diventare come lei?
6 episodi da 20 minuti in cui Dylan, il biondino, deve comunicare alle sue precedenti fiamme che ha la clamidia. Ogni puntata dedicata ad una ragazza diversa, con l'aiuto dei flashback scopriamo la vita dei 3 coinquilini in foto. Inizia ad ingranare e a farsi molto interessante superate le due puntate.
Una comedy intelligente che di banale e scontato ha poco o nulla, non fa solo ridere ma in più punti anche riflettere. Nulla ancora si sa su un eventuale seconda stagione, io sono già sul piede di guerra.


MOONE BOY


Il capolavoro l'ho lasciato per ultimo e no, non sono eccessiva nel definirlo capolavoro.
La serie è irlandese ma wikipedia inserisce anche il Regno Unito come paese d'origine, non è poi così fuori posto in un post che si chiama "British do it better".
Non ringrazierò mai abbastanza Salvatore per avermela fatta scoprire qualche mese fa, è stato amore al primo episodio!
Martin Moone è un ragazzino irlandese dei primi anni 90, vive a Boyle insieme alla sua famiglia ed ha un amico immaginario.
La serie ha tutto: una storia semplice ma efficace, personaggi tutti spassosi, attori eccellenti con menzione speciale per il piccolo protagonista che stupisce in ogni puntata, una soundtrack che gioca sull'effetto nostalgia (in più di un'occasione vi ritroverete a cantare "Alta marea", sì, è la versione inglese ma ci si canta lo stesso la canzone di Venditti).
Moone Boy è una delle migliori comedy che abbia mai visto.
Ultimamente ho letto che vorrebbero fare un remake statunitense, coinvolgendo sempre Chris O'Dowd, protagonista/amico immaginario e co-sceneggiatore della serie. Quando capiranno che i remake sono il male e nella stragrande maggioranza dei casi fanno pietà, sarà sempre troppo tardi.
Cari americani, per una volta, evitate di rovinare una serie perfetta così come è. Guardatevela e non cercate di riprodurla!

domenica 18 gennaio 2015

Colmare le lacune: Breaking Bad


Credo che il viola mi perseguiterà per molto tempo ed ogni volta che vedrò qualsiasi oggetto di questo colore penserò a Marie Schrader

Quanto ci si sono impegnati nel disseminare il viola in casa di Hank e Marie nel corso di 5 stagioni? Un lavoro fine: anche il vestito da sposa, in una fotografia che si vede bene nelle ultime puntate, tende al lilla. Per non parlare di pigiami, vestaglie, valigie, bollitori, occhiali, tappeti (IL TAPPETO CHE ORRORE! infesterà i miei incubi per anni), lenzuola, tende, vasi, TUTTO. 



Dopo anni ho finalmente recuperato Breaking Bad e dovevano costringermi anni fa a seguirlo. Perché nessuno lo ha fatto? Se non lo avete ancora visto, correte a recuperarlo, non continuate nella lettura perché sarà uno spoiler continuo. 
E perché si continua a dire che George R.R. Martin è un sadico carnefice quando Vince Gilligan ha fatto molto peggio? 


In questo anno e mezzo ho sempre letto lodi sperticate su una particolare puntata, "Ozymandias". Non sapevo sarebbe stata la puntata in cui avrei smadonnato per la morte del mio personaggio preferito. 
Sì, Hank lo è stato sin dall'inizio ed è l'unico che ho sempre ammirato, dalla prima puntata all'ultima. Ho temuto in più di un'occasione per la sua vita - nella terza stagione, la puntata dell'attentato mi ha fatto salire l'ansia a mille - e devo anche ringraziare se è riuscito ad arrivare così avanti. Il confronto con Walter è una delle più belle cose dell'intera serie. 
Dean Norris che mai ha vinto nulla per la parte è qualcosa di scandaloso. Ma poi, caro, perché sei andato a fare quella cagata di Under the Dome? Perché? 

Walter White l'ho capito, compatito, ho provato pena per lui, poi l'ho odiato, l'ho odiato ancora di più, l'ho odiato talmente tanto che speravo morisse nel peggiore dei modi. Dall'uomo calmo e pacato al delirio di onnipotenza. Ha ammazzato talmente tanta gente che Walder Frey in confronto è un agnellino. Però non ha ammazzato Skyler, l'unica che avrei voluto facesse fuori. Questo me lo fa odiare ancora di più. 

Skyler = pesantezza. Una delle poche donne che, nonostante le difficoltà che affronta e il dolore che prova, non riesci a compatirla. Che donna pesaaante! 
E adesso lo posso dire: attrice assolutamente sopravvalutata, i due Emmy gliel'hanno regalati. Di un cast superbo lei è l'unica che ho sempre trovato un gradino sotto. Brava ma non abbastanza, aiutata da un personaggio scritto magnificamente e da una sceneggiatura superba. Anna Gunn è l'unico no dell'intera serie. 

Jesse è il protagonista di uno dei miei episodi preferiti, quello che mi ha fatto innamorare della serie, "Peekaboo". Povero, piccolo Jesse, manipolato costantemente da Mr White, una persona che rimane buona nonostante tutto quello che ha passato, fragile e delicata. Alcune volte l'avrei mandato a quel paese, ma come si fa ad odiare Pinkman? 


Dopo Hank c'è Mike tra i miei preferiti. Anche qui devo ringraziare Walter per avermelo fatto fuori.  
Non c'è stato un momento in cui Mike non sia stato fantastico, in più l'essere protettivo nei confronti di Jesse gli ha fatto guadagnare quel miliardo di punti. 

Troppe volte leggo che Breaking Bad è lento. Tocca andare a rivedere la definizione di lento perché io l'ho trovato esattamente il contrario: trama che procede spedita, adrenalina, ansiaansiaansia, colpi di scena come se piovesse.
Diciamo che se Breaking Bad è lento, bisogna trovare nuove parole che possano descrivere Mad Men, Rectify e The Fall (e li adoro tutti e 3). 

Potrei andare avanti per ore, verrebbe fuori un papiro di dimensioni sconsiderate pieno di complimenti. Però Gustave Fring lo devo nominare, uno di quei cattivi che son scritti e recitati talmente bene che quando muoiono ti mancano pure. 
Ora si aspetta lo spin off sull'avvocato più sgangherato di sempre, Saul Goodman, che personaggione! 


giovedì 15 gennaio 2015

Nina Dobrev AKA La Scomposta



Benedetta ragazza, sei bella e magra, perché in ogni santissima foto devi stare sempre tutta scomposta per apparire più magra?
E inoltre, un rossetto che non sia nude non lo conosciamo?
(L'Elie Saab rosa è sempre bellissimo).

Fonte foto: http://www.redcarpet-fashionawards.com/

giovedì 8 gennaio 2015

Golden Globes 2015: critica preventiva

E' verità universalmente riconosciuta che, dopo qualsiasi premio, io mi lamento tanto, veramente tanto. Forse troppo. C'è da dire che non raggiungerò mai i livelli di qualche anno fa in cui Homeland portava tutto a casa e io mi incazzavo come una bestia.
Visto che i Golden Globes sono alle porte, ho pensato ad una critica preventiva. Mi sfogo ora sui vari ipotetici vincitori per poi contenermi lunedì 12, in modo tale che possa poi riversare la mia attenzione sui vestiti.
Sì, ok, mi incazzerò lo stesso ma i motivi almeno li saprete già.
Quindi partiamo!

MIGLIOR DRAMA: 

  1. The Affair
  2. Game of Thrones
  3. The Good Wife
  4. Downton Abbey 
  5. House of Cards

E' il primo anno in cui seguo tutte e 5 le nominate e devo dire che mi sento pervasa da un certo delirio di onnipotenza. 
Il vincitore può essere SOLO uno: The Good Wife. E' la cosa migliore che possa esserci in tv, le altre, per quanto eccellenti, non possono competere. 

The Affair mi è piaciuto tantissimo ma perde nel confronto, così come Game of Thrones
Downton Abbey è una delle serie che mi stanno più a cuore, ha uno dei migliori ensemble e una fotografia superba ma la storia non è in grado di competere con quella meraviglia della brava moglie. 
House of Cards ha avuto una seconda stagione un po' sottotono rispetto alla prima, bellissima sì, ma non abbastanza. 

E' ora che The Good Wife vinca questo benedetto miglior drama, se lo meritano i King, se lo meritano tutti. E ricordiamo sempre che si smazzano per 22 puntate e rasentano sempre la perfezione. 

MIGLIOR ATTORE DRAMA
  1. Clive Owen - The Knick 
  2. Liev Schreiber - Ray Donovan
  3. Kevin Spacey - House of Cards
  4. James Spader - The Blacklist
  5. Dominic West - The Affar
Probabilmente è la categoria per la quale mi lamenterò di meno perché posso valutare solo 2 attori su 5. 
E tra questi due attori, Kevin Spacey vince a mani basse. House of Cards si fonda sull'immensa bravura dei suoi protagonisti, ed anche quando la storia potrebbe risultare noiosa, si è affascinanti da quei mostri (in tutti i sensi) dei coniugi Underwood. 
Però intanto posso commentare i risultati dei People's Choice Award con un citazione di Frank "Democracy is so overrated". 


MIGLIORE ATTRICE DRAMA
  1. Claire Danes - Homeland
  2. Julianna Margulies - The Good Wife 
  3. Ruth Wilson - The Affair
  4. Robin Wright - House of Cards 
  5. Viola Davis - How to get away with murder   
Ruth Wilson è la mia prima scelta, a patto, però, che The Good Wife vinca come miglior drama. 
Julianna Margulies è un mito, è entrata talmente tanto nel personaggio che ormai lei E' Alicia Florrick. 
Robin Wright la considero una bomba, nella seconda stagione di House of Cards è stata a dir poco divina. 
Ci sono solo 2 modi per non tenermi contenta:
Claire Danes E DIREI ANCHE BASTA. 
Non me ne frega niente che sia brava, BASTA premi a Homeland che ha vinto l'impossibile. 
E Viola Davis. 
Parliamone: Viola mi piace tanto, in The Help è stata memorabile, ma la Shondata la penalizza. Perché un attore possa esprimere tutta la sua bravura deve avere una sceneggiatura valida. HTGAWM è tutto tranne che un prodotto valido. Viola mi spiace, ma hai partecipato ad una serie vaccata. 

FILM PER LA TV O MINISERIE
  1. Fargo
  2. The Missing 
  3. The Normal Heart
  4. Olive Kitteridge
  5. True Detective
Vincerà True Detective, finalmente nella categoria giusta, e andrà benissimo lo stesso, ma io tifo spudoratamente per Olive Kitteridge, un vero gioiello che dovete recuperare. 
The Missing ha chiaramente rubato il posto di The Honourable Woman perché è una coproduzione Starz. 
Fargo deve perdere. Già solo a pensarci mi viene in mente la noia delle 5 puntate che ho visto. 

FILM PER LA TV O MINISERIE - MIGLIOR ATTORE
  1. Martin Freeman - Fargo
  2. Matthew McConaughey - True Detective 
  3. Billy Bob Thornton - Fargo
  4. Mark Ruffalo - The Normal Heart
  5. Woody Harrelson - True Detective 
Non c'è bisogno di dilungarsi. DEVE VINCERE LUI.

FILM PER LA TV O MINISERIE - MIGLIOR ATTRICE 
  1. Maggie Gyllenhaal - The Honourable Woman
  2. Jessica Lange - AHS Freak Show
  3. Frances McDormand - Olive Kitteridge
  4. Frances O'Connor - The Missing
  5. Allison Tolman - Fargo
Prima di tutto rendiamoci conto che in nomination ci sono due poliziotte di Fargo: una che ha vinto l'Oscar con la sua interpretazione del tutto perfetta, l'altra che mi ha fatto salire talmente il nervoso che l'avrei presa a schiaffi a due a due fino a quando non diventano dispari.
Ovviamente tifo Frances, se dovessero vincere le altre 3 mi andrebbe bene ugualmente.
L'importante è che non vinca la Tolman. La Tolman NO.
NO. 


SERIE, FILM PER LA TV O MINISERIE - MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
  1. Matt Bomer - The Normal Heart 
  2. Alan Cumming - The Good Wife
  3. Bill Murray - Olive Kitteridge
  4. Colin Hanks - Fargo
  5. Jon Voight - Ray Donovan
La categoria che non ha senso, quella che comprende la qualunque e anche le comedy.
Eli Gold è il mio supereroe preferito.
Alan Cumming un attore come pochi. 
Bill Murray straordinario, ma il suo ruolo in Olive Kitteridge è veramente risicato e non merita di essere nella cinquina. Se solo avessero preferito Richard Jenkins! 




SERIE, FILM PER LA TV O MINISERIE - MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
  1. Uzo Aduba - Orange is the new black
  2. Allison Janney - Mom
  3. Joanne Froggatt - Downton Abbey
  4. Kathy Bates - AHS Freak Show
  5. Michelle Monaghan - True Detective 
Categoria: fate vincere chi volete tanto non me ne piace nessuna. 

Mancano le comedy e c'è un motivo. La stragrande maggioranza delle nominate non le seguo.
Però spero che Transparent possa vincere tutto quello in cui è nominata perché è una serie come poche ce ne sono in giro e da cui tutte le altre dovrebbero imparare.

Sentitevi liberi di fare il toto-vincitori!