lunedì 5 gennaio 2015

Dalla Cina con furore (o giù di lì)

Ho finito Marco Polo in 20 comodissimi giorni.
Alla voce "binge watching" non troverete di certo la mia foto.

La politica Netflix di rilasciare tutte le puntate in una sola botta non mi è molto congeniale. Rientro ancora in quella mentalità retrograda che ha bisogno di tempo tra una puntata e l'altra per godersi al meglio la serie ed evitare di non ricordarsi una cippalippa dopo 10 giorni.
Viene spontaneo dire: "ma puoi sempre vederne una a settimana", sì, poi tocca vivere col terrore degli spoiler (perché qualcuno che ha visto tutto e ti spoilera il finale c'è sempre) e col calendario telefilmico che perde di ordine.

Le recensioni ammerigane su Marco Polo sono state spietate: la parola principe è stata NOIA (e anche qui, chi ha recensito ha visto tutta la serie in 10 ore o quasi, direi che la cosa potrebbe incidere parecchio).
Dopo aver letto recensioni così negative e voti così bassi la curiosità è aumentata. Adesso che ho terminato lo posso dire: io non sono d'accordo.
Non è una di quelle serie che possono essere chiamate capolavoro, non rientra tra le imperdibili, ma stroncarla mi pare eccessivo.

Marco Polo conquista principalmente per le ambientazioni e le scenografie. La cura dei dettagli è minuziosa, i paesaggi suggestivi, i palazzi magnifici. Ed è quello che più mi è piaciuto.

La serie permette di immergersi in una cultura lontana e poco raccontata ed è quasi una boccata d'aria in mezzo a serie tutte uguali tra loro.

La storia tutto sommato regge e non ci sono grandi momenti di noia, le battaglie convincono ed il cast è di buon livello. Inizialmente vedere tanti asiatici parlare inglese mi ha disorientato, andando avanti ho capito che altre soluzioni non c'erano. Di certo il dialogo tra il padre, interpretato da un bravissimo (e non avevamo dubbi) Favino e figlio, Lorenzo Richelmy, poteva e doveva tenersi in italiano. Non ha senso che tra di loro parlino inglese.
Lorenzo Richelmy se la cava ma non brilla particolarmente. Ho letto che quando ha fatto il provino l'inglese lo sapeva a stento, onore a lui che in poco tempo è riuscito a sembrare decente (altri non ci riescono nemmeno dopo 10 anni).


Altra critica ricorrente è la presenza di troppi nudi e sesso. Qui la domanda sorge spontanea: siamo sicuri di aver visto la stessa serie? Il nudo non è eccessivo e mai fine a sé stesso. Sarà che dopo The Affair e Game of Thrones mi paiono tutte serie per educandi.

Mi preme ricordare che gli ammerigani hanno lodato ed incensato Outlander, serie di una noia infinita, con storia banale e degna dei peggior harmony e attrice protagonista incapace.
Giusto per dire quanto ormai mi fidi dei recensori d'oltreoceano.

VOTO 7/10
SIGLA 8/10


2 commenti:

  1. Premetto che la serie non l'ho vista, ma è chiaro che i critici ammerigani si drogano pesantemente. Il terrore degli spoiler ha condizionato negativamente la nostra vita, e il meccanismo utilizzato da netflix potrebbe ulteriormente farci morire d'ansia. Comunque devo recuperarla, sono ufficialmente curioso. Per quanto riguarda le nudità: brutta bestia il finto moralismo statunitense.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma anche quello italiano visto che molti si sono lamentati delle nudità.
      Propendo per "abbiamo visto due cose diverse".

      Elimina