lunedì 6 luglio 2015

Pensieri seriali #4

E quindi è finita la seconda stagione di Penny Dreadful e sono ancora dubbiosa sul cosa pensarne. 
E' un buon prodotto, con una buona storia e con alcuni attori superbi (leggi alla voce Eva Green e Rory Kinnear), ma nonostante riconosca degli evidenti pregi continua a non convincermi del tutto. 
Penny Dreadful non mi ha ancora conquistata, nonostante siano ormai andate in onda 18 puntate. 
Questa seconda stagione mi è piaciuta meno della prima, mi ha annoiato in alcune puntate, e mi ha impoverito quello che era stato uno dei miei personaggi preferiti nella prima stagione: Victor. 
Tutta colpa di Billie Piper, Re Mida al contrario. 
Appena si relaziona con qualcuno, quel personaggio cala drasticamente e perde di qualità. Era successo con l'Ethan Chandler di Josh Hartnett, che nella prima stagione non aveva trovato una valida collocazione ed è invece risorto nel momento in cui si è liberato della palla al piede/Brona. E' successo in questa seconda stagione con Victor. Un'attrice che considero alquanto mediocre, che ha dimostrato di essere capace solo in un'occasione. Peccato che poi sia ripiombata nella mediocrità.
Ma Penny Dreadful ha anche un altro grande difetto, Dorian Gray. Inconsistente, inutile, scritto male e recitato peggio. Un peccato l'aver inserito un personaggio di quel calibro e poi averlo ridotto così. 

Voto alla seconda stagione: 7

Ho dato un chance a Sense 8 che da qui in poi sarà chiamato amichevolmente Non Sense 8. 
Il pilot dicono duri 1 ora e qualcosa ma mentono, dura 4 ore e mezza. Ma ho resistito e sono andata avanti su consiglio di chi mi diceva "vedrai che migliora". A metà quarta puntata volevo abbandonare, poi un finale che è anche l'unica cosa realmente meritevole che ho visto, mi ha fatto andare avanti per altre due puntate. 
Alla sesta ho staccato la spina. 
Io e i Wachowski chiaramente non andiamo d'accordo (d'altronde considero Cloud Atlas una cagata assurda nonché 3 ore della mia vita buttate nel cesso) e in questa serie i problemi sono tanti. 
Che le idee ci siano e siano anche buone non lo metto in dubbio, ma manca completamente, a mio parere, una valida costruzione della storia. 
E' come se avessero pensato ad una serie di idee geniali e poi le abbiano buttate tutte nel calderone non preoccupandosi minimamente di dar loro una forma. 
"E' figo questo!" 
"Sì!! Come lo colleghiamo al resto?"
"C'è bisogno di collegare?!?!" 

Aggiungiamoci che nessuno degli attori mi è parso chissà cosa, che quasi tutti i personaggi mi stavano sulle balle e che in alcuni punti raggiunge alti picchi di trash ed abbiamo un bel

Voto parziale (che tale rimarrà): N.C. 

E per finire due parole sulla sesta stagione di Community. 
Non pensavo si potesse far peggio della quinta. Ci son riusciti. 
In più di un'occasione mi sono vergognata per gli attori, la cosa più brutta che uno spettatore possa mai pensare. 
Ho anche saltato alcuni episodi perché era veramente uno strazio continuare a seguirli e assistere alla distruzione di una delle comedy più belle degli ultimi anni. Hanno saputo risollevarsi con un bel finale ma la mia fiducia in Dan Harmon è talmente bassa che spero vivamente si chiuda tutto qui e l'idea del film venga accantonata.
Adesso però devo solo far finta che tutto il resto della stagione non esista. 

Voto alla stagione: 5 
Voto al finale: 8


domenica 5 luglio 2015

I giovani favolosi


Giacomo Leopardi mi ha sempre affascinato, lui ed il suo pessimismo che, in termini molto più bassi e spiccioli, sento di condividere. 
Ma il caro Giacomo non me ne vorrà se trasformo il titolo del film al plurale, ricomprendendo in tal modo non solo il poeta ma anche il suo interprete sullo schermo. 
"Il giovane favoloso" è la celebrazione di un personaggio immenso, colto, come pochi altri lo sono stati, e sensibile. Per rendere giustizia ad una persona di questo calibro era necessario un attore "favoloso" che potesse rendere su schermo l'universo leopardiano, complesso, triste, infelice, ma anche ironico. 
Elio Germano è perfetto nel ruolo.

Il film ripercorre le tappe più importanti della vita di Leopardi, iniziando e soffermandosi particolarmente sulla sua infanzia e adolescenza in quel di Recanati, nella casa paterna. 
Gli eredi Leopardi hanno appoggiato in toto il progetto di Mario Martone ed hanno aperto la casa natale del poeta perché qui venissero girate alcune scene. 
E dunque la biblioteca in cui Giacomo si forma e trascorre gran parte delle sue giornate diventa protagonista e luogo simbolo della pellicola.
Più di una volta mi sono chiesta che sensazioni devono aver provato gli attori girando lì, in un luogo così pieno di significato. 
Ad una madre severa ed anaffettiva ed un padre di poco migliore si contrappone lo splendido rapporto che Giacomo ha con i suoi fratelli (qui ne vengono presentati solo due, Carlo e Paolina), di amore e di sostegno. 
Amore e sostegno che Leopardi troverà anche in Pietro Giordani e nel suo carissimo amico Antonio Ranieri (Michele Riondino), che lo seguirà nei suoi spostamenti in giro per l'Italia e lo accudirà fino alla fine.
Il giovane favoloso non impressiona solo per l'immensa prova di Germano e l'intelligente inserimento delle poesie di Leopardi, recitate da lui stesso e nei luoghi in cui queste hanno trovato ispirazione, ma colpisce anche per la favolosa ambientazione e fotografia. 

Un unico piccolo difetto: Anna Mouglalis nei panni di Fanny. Inconsistente ed anche un po' incapace. 

VOTO: 8 e mezzo

sabato 27 giugno 2015

Madame Bovary (2014) una sana botta di vita


I personaggi tristi, tormentati e infelici riescono particolarmente bene a Mia Wasikowska e la sua Emma Bovary non fa alcuna eccezione.
Trasporre uno dei romanzi francesi più famosi, con una storia molto semplice sulla carta, è un'impresa ardua. Perché per quanto sia una storia che non presenta difficoltà di sorta, trasposta potrebbe incappare nel grande difetto di risultare troppo lenta e poco interessante.
Difetto che il film diretto da Sophie Barthes ha. 

Emma è appena una ragazza quando sposa il medico di campagna Charles Bovary. La sua insofferenza alla vita di paese, senza svaghi, senza gioie, senza un marito che la capisca, si manifesta poco dopo i primi mesi di matrimonio. 
Il cambiamento, da giovane sposa attenta e parsimoniosa a donna che si rifugia negli acquisti per portare cambiamento nella sua vita, è palese. Se nella prima mezz'ora Emma indossa sempre lo stesso vestito, in qualsiasi occasione, nel momento in cui prende atto che la vita che sta vivendo è una completa delusione, inizia a sfoggiare abiti su abiti, tutti magnificamente splendidi, dando così inizio alla sua discesa verso l'inferno. 
E devo dire che i costumi sono forse la parte più bella del film, elaborati, ricchi, colorati, esprimono bene la voglia di lusso di Emma.
Tutta la prima parte scorre lenta così come le giornate di Madame Bovary, lentezza che si sarebbe sopportata bene, perché riflesso della noia della protagonista, se poi i due amanti, che di lì a poco Emma avrà, fossero riusciti a smuovere anche solo un po' le acque. 
Ed invece sia Leon che il Marchese sono tremendamente piatti, senza alcun guizzo, senza passione e per di più con poca e nulla alchimia con la protagonista. 
Ezra Miller/Leon e Logan Marshall-Green/Marchese sono quasi del tutto una delusione. 

Buona invece la scrittura e l'interpretazione di Henry Lloyd-Hughes nei panni di Charles Bovary, un uomo buono ma incapace di capire la profonda insofferenza della moglie. 

Non si tratta di una trasposizione fedele (qui Emma non ha alcuna figlia) ma devo dire che anche qui sono riuscita a non sopportare la protagonista. 
Madame Bovary fa il paio con Anna Karenina per personaggio decisamente poco simpatico. 

Ah! C'è Lady Edith di Downton Abbey, passata dall'altra parte della barricata, interpreta la domestica di casa Bovary. 
E c'è anche lui.

VOTO: 6 +



domenica 21 giugno 2015

Cinderella (2015)

C'era una volta una bambina di nome Ella, tanto carina e graziosa. 
In punto di morte la madre le disse di essere sempre coraggiosa e gentile, qualunque cosa sarebbe successa nella sua vita. Fu così che Ella rimase solo con il padre che, poco tempo dopo, si risposò. 
Ma Ella non aveva la fortuna dalla sua e ben presto morì anche lui, lasciandola sola con l'adorabile matrigna e le due poco viziate sorellastre. 
Ben presto le tre rivelarono la loro vera natura, maltrattando costantemente la povera Ella, diventata intanto Cinderella, relegando la fanciulla in soffitta e trasformandola in una serva. 
Cinderella aveva sempre a mente le parole della madre "sii coraggiosa e gentile" ed ogni volta che subiva le angherie delle tre arpie cercava di non arrabbiarsi troppo. 

Un giorno, per sfogare la rabbia, decise di fare una cavalcata e incontrò un ragazzo bellissimo, con gli occhi più azzurri che avesse mai visto. 
Nei mesi successivi le arpie divennero sempre più cattive, ma Cinderella cercava di rimanere calma, ripensando a quegli splendidi occhi. Fino a quando, un giorno, la matrigna trattò talmente male la povera ragazza che successe l'inaspettato. 
Ella, dentro di sé, chiese scusa a sua madre per non poter essere gentile in quel momento, decise, però, di essere coraggiosa e in un impeto di profonda rabbia, accecata da tutto il dolore che le tre le avevano provocato in quegli anni e non potendo più sopportare oltre (e in piena sindrome PMS, causa di molte morti), le ammazzò. 
Fu un bagno di sangue. 

Cinderella trascorse il resto della sua vita in una cella buia ed umida, ritrovandosi a pensare spesso a quel ragazzo dagli occhi blu che non seppe mai essere il Principe Azzurro. 
Anche il futuro Re pensò spesso a quella ragazza che mai più incontrò e che avrebbe voluto sposare. Impalmò invece una principessa di un ricco e potente regno lontano, bruttina e un po' antipatica, ebbe 15 figli, di cui 10 illegittimi.  
E vissero tutti infelici e scontenti. 


La mia versione della storia sarebbe stata più o meno questa. Per fortuna è andata diversamente. 

Con la mia solita solerzia (ok, son passati 3 mesi) ho visto Cinderella. 
E mi è piaciuto tanto. Anzi, TANTISSIMO!
Lily James perfetta nel ruolo, semplice e dolce come il personaggio richiede, un'attrice che si è dimostrata perfettamente all'altezza.
Cate Blanchett è affascinante nelle vesti della matrigna, la odi ma un po' ti dispiace. Helena Bonham-Carter, con tutto quel vestitone è buffa e sorprendente. Non era un ruolo che pensavo potesse calzarle, quello della fata madrina, invece ci sta alla grande. 
La storia è raccontata in modo semplice, quasi del tutto fedele all'originale, con più momenti da lacrimuccia e altri da WOW. Difficile non voler essere Cinderella con quell'ingombrantissimo vestito, anche solo per poter girare e muovere la gonna. 
Gli abiti, in particolare delle sorellastre (Daisy, fossi in te non tornerei più a Downton Abbey dopo quello che hai fatto) sono forse troppo eccentrici e vistosi, ma non lo trovo un difetto. O meglio, potrebbero anche esserlo ma gli splendidi vestiti della Blanchett compensano tutto. 

Richard Madden è un King in the North Principe perfetto. Nessuno avrebbe potuto rendere meglio. 

Un film ideale per quando si vuole piangiucchiare ed avere allo stesso tempo un meraviglioso happy ending. 

mercoledì 3 giugno 2015

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